Cura e manutenzione del giardino verticale

Cura e manutenzione del giardino verticale

La cura e la manutenzione del muro verticale varia a seconda delle modalità con cui è realizzato. Infatti se avremo a che fare con i rampicanti, queste operazioni si identificheranno con la cura dei rampicanti stessi. L’irrigazione e la concimazione consentiranno alle nostre piante di mantenere un aspetto sano e rigoglioso, a cui contribuiranno principalmente però le potature. Con quest’operazione infatti si potranno rimuovere parti secche della pianta, contenere gli sviluppi disordinati, troppo esuberanti ed eventualmente stimolarli nelle zone del muro dove la crescita fosse ancora scarsa. Per quanto riguarda invece le piante riposte in gabbie metalliche o in pannelli prefabbricati, le nostre attenzioni dovranno essere differenti. Se infatti come nel caso del giardino a terrazzamento, la rete verticale fosse appoggiata a un terreno, le radici delle piante vi penetrerebbero e si ancorerebbero, sviluppandosi e prendendo da lì le proprie sostanze nutritive. Diversamente, dopo un certo numero di anni, le piante inserite nei sacchi di juta o nelle cellette del pannello avranno esaurito la capacità nutritiva del terriccio disponibile e le dimensioni ne avranno compresa la crescita. A quel punto non saranno più sufficienti le frequenti concimazioni e non si potrà nemmeno pensare ad un rinvaso. Semplicemente  bisognerà passare alla sostituzione del terriccio e delle piante con nuovi esemplari con i quali ricominciare la coltura.

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Trucchi per innaffiare e curare le piante

Trucchi per innaffiare e curare le piante – autoproduzione e decrescita felice.

Innanzitutto vediamo quali sono le regole principali: innaffiare abbastanza frequentemente, mai troppo abbondante. Se tocchiamo le foglie e le sentiamo robuste e vive e calpestando l’erbetta non si piega, vuol dire che abbiamo annaffiato bene, altrimenti dobbiamo riannaffiare. Quando innaffiare: d’estate assolutamente la sera perchè altrimenti di giorno l’acqua evapora e la terra si secca. L’inverno si fa di mattina per evitare ristagni d’acqua. Si innaffia lateralmente in modo tale che l’acqua arrivi piano piano e non ci sia uno shock termico per le piante. Consiglio antispreco: l’acqua delle verdure lessate, lasciata raffreddare, è un toccasana per le piante.

Innaffiare a pioggia è una tecnica per non arrivare a fare il buco all’interno della terra. Un piccolo trucco è quello di prendere una vecchia tanica e con un chiodo e martello fare dei buchini sul tappo, infilarlo sopra e utilizzarlo. Cogliamo delle piante di ortica, due etti e mezzo, aggiungiamo due litri e mezzo d’acqua, facciamo una sorta di macerato, lo lasciamo per circa due settimane coperto da un telo o una retina in modo tale che non ci vadano gli insetti, girare ogni tanto. Si creerà quindi un liquido anche abbastanza spumoso, verdino. Questo liquido diluito in un litro d’acqua, è un toccasana per le piante e facciamo il cosiddetto bagno di radici.Questo macerato rivitalizza le radici.

Prendiamo invece una bacinella d’acqua, la rialziamo sopra i 10 cm, prendiamo una striscia di stuoia filtrante, la bagniamo, e ne inseriamo una parte nella terra per due tre cm. In questo modo, attraverso il metodo di sifoni comunicanti, potremo fare a meno di annaffiare le piante. Prendiamo una vecchia cornice, riempiamo di terra una scatolina, una retina e dopodichè otteniamo una composizione, ossia un quadro fiorito.

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Questione di pollice verde.. le orchidee

Questione di pollice verde.. le orchidee

L’orchidea è una pianta molto forte e resistente, è difficile farla morire in casa. E’ una pianta che non ama temperature fredde, ma sta intorno ai 24 – 25°C e non necessita di eccessiva cura. La pianta di orchidea va bagnata una volta a settimana. Tiriamo fuori la pianta dal vaso e lasciamo la pianta in ammollo per 5 minuti, in modo da bagnare bene le radici, dopodichè, sgocciolata la pianta, la inserisco nel sottovaso apposito per le orchidee in quanto al suo interno ha una specie di imbuto che raccoglie l’acqua in eccesso. Per idratare le foglie usiamo un composto “Compo” che è un idratante fogliare per orchidee. Portiamo la pianta sul balcone e vaporizziamo solo le foglie una volta a settimana. Appena vediamo che l’ultimo fiore si è staccato, perchè è appassito, partendo dalla radice contiamo tre nodi e tagliamo il ramo. Durante l’inverno la pianta è a riposo, ma va comunque bagnata una volta a settimana e va aggiunto il concime.

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Come coltivare e curare le rose sul balcone di casa o nel giardino

Come coltivare e curare le rose sul balcone di casa o nel giardino

Simbolo di eleganza, di fragilità, di raffinatezza in assoluto fin dai tempi antichissimi. Diamo dei consigli su come coltivare, curare le rose. Le rose sono i fiori più ambiti nel giardino, perciò appena uno ha la possibilità di avere spazio ed esposizione corretta è bene avere almeno un esemplare di rosa nel nostro giardino perchè lo rende veramente speciale nella sua specialità. Le rose ci regalano un’ampia scelta. Abbiamo una varietà infinita di portamenti; se abbiamo spazio a sufficienza possiamo permetterci un cespuglio di rose, se non abbiamo molto spazio, ci sono delle rose più contenute, delle rose Tao Tao che si chiamano coprisuolo perchè hanno un portamento strisciante perciò si possono fare basse bordure, anche coltivate come esemplare singolo va benissimo. In natura, per rampicante si intendono tutti quegli arbusti che hanno una possibilità di arrampicare tramite viticci o radici avvintizie. Nel caso della rosa sarmentosa ha un portamento che si presta a una legatura sul grigliato, ma se non andiamo noi a legarla, la rosa non ce la fa da sola ad agganciarsi. Per tutte le varietà di rose più o meno abbiamo delle regole generali valide, ma quando acquistiamo una rosa parliamo con il fiorista per sapere con che rosa andremo a che fare. Le rose hanno una fioritura solitamente a primavera estate. Se decidiamo di approcciare con una rosa, ci sono due attrezzi che non possono assolutamente mancare: le cesoie, che sono lo strumento che ci aiuta a fare le potature, e lo spruzzino.

La rosa è una pianta generosa: vegeta e fiorisce abbondantemente, ma è soggetta a delle malattie. Quindi per avere una rosa dobbiamo anche pensare a trattarla. Dobbiamo accertarci che sia una rosa in salute: il termometro della salute della pianta è la foglia. Se la foglia è di un verde corretto, brillante, senza segni parassitari, buchi o foglie rovinate dal parassita. La rosa può rimanere nel vaso in cui la acquistiamo per un po’, per un anno al massimo. Per rinvasarla ci muniamo di un vaso maggiore. Il rinvaso della rosa segue le regole per tutti i rinvasi: posizioniamo un materiale drenante, l’argilla, sul fondo del vaso, uno strato di 3-4 cm, per evitare ristagno. Prendiamo poi il terriccio universale e lo mischiamo con della sabbia di fiume, reperibile in qualsiasi negozio di materiale edile. La sabbia di fiume alleggerisce il terreno e lo rende più drenante, evita eventuali ristagni. Interriamo la rosa dopo aver inciso le radici e copriamo con terra. Le rose sono piante autoctone dalle nostre parti, sono presenti da sempre anche in Europa, si adattano benissimo ai nostri climi.

La rosa è una pianta rustica, molto resistente che, per avere un perfetto sviluppo e una perfetta fioritura, deve essere posizionata in pieno sole, nell’angolo più assolato del nostro giardino. La rosa non ama climi troppo caldi, ma reggono, e possono essere posizionate anche in posizioni di mezzo sole, però avremo una produzione minore di fiori. Sono piante soggette ad attacchi parassitari; dobbiamo fare cure preventive per evitare che succeda. Ci sono prodotti chimici in commercio e rimedi naturali con degli infusi all’aglio. Si mettono a bollire degli spicchi d’aglio e poi si spruzza l’infuso raffreddato sulla foglia. Sono validi anche degli infusi di tabacco, oppure il sapone di marsiglia sciolto in acqua. Le rose vorrebbero un terreno costantemente umido, abbondanti annaffiature, ma lasciamo asciugare sempre il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. Evitiamo di bagnare fiori e foglie. La pianta va in sofferenza non per un attacco esterno, ma per un problema di struttura del vaso. Una delle fisiopatie principali che colpisce la rosa è la clorosi ferrea, la rosa perde il suo verde, incomincia a ingiallire. La causa è che probabilmente il terreno ha modificato, nel tempo, la sua struttura non permette più l’assorbimento di alcune sostanze. La muffa è una patina bianca, un fungo, che va trattata con un antifungicida. Facciamo dei trattamenti a base di rame ciclicamente ogni 10-15 giorni, facendo attenzione che non piova perchè non attaccherebbe. Le rose necessitano di due tipi di potature: una in Febbraio quando la rosa è spoglia e ha emesso le prime gemme e una potatura di pulizia eliminando rami secchi e il frutto che si crea dopo la sfioritura.

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Nel cuore dei giorni rosa: la cura delle piante

Nel cuore dei giorni rosa: la cura delle piante
L’estate è arrivata e anche le piante soffrono il caldo. Al termine della fase vegetativa, cioè della primavera, ci sono varie operazioni da effettuare: riordinare tutte le piante che hanno sviluppato, come le rampicanti che vanno rilegate nei loro sostegni. Ripulire i vasi dalle erbe infestanti cresciute spontaneamente perchè si autoseminano. Questo è anche il periodo di tagliare le piante aromatiche e conservarle perchè hanno vegetato e andiamo a potare un po’. Avremo arbusti che hanno finito la loro fioritura, perciò riordiniamo la loro forma e vanno eliminati i fiori appassiti per favorire i vasi che vengono ospitati. Dobbiamo aumentare la quantità d’acqua perchè le temperature si sono alzate, è consigliabile annaffiare o nelle prime ore del mattino o nelle ore serali per non avere escursioni termiche troppo violente per le radici. Evitiamo di bagnare la pianta, perchè l’acqua che si deposita sulle foglie col sole potrebbe fare un effetto lente e bruciare le foglie. I prati erbosi tagliateli un po’ più alti perchè si difenderanno dalla calura estiva, se teniamo il taglio del prato troppo basso il sole violento potrebbe andare ad essiccare porzioni del nostro prato. In fase di crescita è buono posizionarle nella loro posizione preferita: il geranio vuole una posizione a sud est, la lantana al sole. Nel periodo di primavera estate bisogna osservare le nostre piante, perchè è il periodo in cui proliferano i parassiti perchè hanno bisogno di caldo per il loro sviluppo e consigliamo di annaffiare la mattina così diamo il tempo, nell’arco della giornata, all’acqua di asciugare. Cosa che se annaffiassimo la sera, rimarrebbe un po’ più di umidità e questo è favorevole a funghi a altro. Il geranio è una pianta che necessita di pochissime cure e dà enormi soddisfazioni. Ma la farfallina del geranio mette a rischio l’esistenza del geranio, attaccandolo, perchè depone le sue micro uova, esce la larva che si infila nella foglia e nel fusto e mangia letteralmente tutta la materia all’interno del geranio. I primi campanelli d’allarme sono dei buchini nello stelo. Consigliamo di fare cure preventive, ci sono in commercio dei prodotti specifici e sono delle pastiglie da interrare, con l’acqua delle innaffiature andranno in soluzione, verranno assorbite dalla pianta e entreranno in circolo nell’organismo della pianta. Queste pastiglie hanno una durata di 30 40 giorni. Quando si parte per le vacanze ci si può munire di un impianto di irrigazione che va testato prima di partire perchè con il calcare facilmente si occludono i mugelli terminali del nostro impianto. Oppure ci sono dei prodotti come un cuneo a forma di carota che interrato, depone acqua per osmosi in maniera graduale. Meglio tenere le piante all’esterno in un posto ombreggiato in estate e spolveriamole delicatamente con un panno umido. La pianta di geranio allontana le zanzare, evitiamo comunque i sottovasi.
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Le orchidee in giardino

Le orchidee in giardino
Il fascino delle Orchidee ammalia sempre anche per il suo profumo. La pianta dell’Orchidea, della famiglia delle Orchidacee, genere Cymbidium, è forse la più semplice da mantenere. E’ una pianta “rustica”, nonostante nell’immaginario collettivo l’Orchidea è una pianta delicata per antonomasia. In realtà è una pianta che se la mettiamo in condizioni corrette di coltivazione ci dà enormi soddisfazioni e da autunno inoltrato fino all’inverno ci regala questa fioritura di innumerevoli colori: dal giallo, al bianco, al verde, al rosso, al crema, al marrone. In tonalità di tinta unita o in combinazioni di vari colori. La particolarità di questa fioritura che appartiene un po’ a tutte le Orchidee è che sono fiori con un basso contenuto di polline e la pianta ha deciso di tenere i fiori più aperti possibili per avere più possibilità di impollinazione. Ha un fiore che soggiorna nella pianta anche un paio di mesi in condizioni ottimali. Ogni fiore è portato su un picciolo a sè sul ramo dedicato alla fioritura. Sono piante epifite: hanno una struttura radicale che si appoggia in natura su un ramo come sostegno e vivono con radici aeree. Le radici hanno necessità di respirare perciò devono essere scoperte. Quando abbiamo a che fare con il rinvaso o rimbocco di terriccio con l’Orchidea, andiamo a chiedere nello specifico un terriccio per Orchidea che è un composto a basso costo. I fiori è meglio non farli entrare a contatto con l’acqua, perchè potrebbero sciuparsi. Se vogliamo nebulizzare l’Orchidea facciamolo con acqua decalcificata senza cloro e demineralizzata. Si annaffia per immersione per avere la certezza di andare a impregnare tutto l’apparato radicale di quell’umidità che loro in realtà prendono dall’aria, perchè vivono in ambienti molto umidi. Solitamente si fa una volta a settimana. Il Cymbidium è forse una delle poche possibilità di avere un’orchidea nel nostro giardino. A patto di trovare un posto riparato dal freddo e dal troppo sole: sono piante che temono il freddo e l’eccessivo caldo. Il Cymbidium è una pianta che probabilmente con poche cure mi ridarà questa fioritura, bisogna però levare le foglie secche, recidere alla base il fiore quando appassirà. Con una giusta collocazione e una giusta concimazione con del concime liquido. Da primavera ad autunno diamo un concime per piante verdi, favoriamo l’emissione di queste foglie, appena la pianta accenna alla fioritura usiamo un concime per piante fiorite e saremo certi che ogni anno il nostro giardino verrà macchiato da questa bellissima fioritura. Amano grosse porzioni di luce, però temono il sole diretto soprattutto nelle ore centrali del giorno.
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Pollice verde: non solo margherite

Pollice verde: non solo margherite
La coltivazione delle Margherite è per tutti. Vediamo ora delle soluzioni ideali da coltivare in vaso per chi ha poco spazio e non si può permettere un giardino da terra, queste sono tipologie di piante che ci regalano una macchia di colore ideale per abbellire il nostro spazio e anche in vaso si adattano benissimo. Facciamo un cenno botanico: tutte quelle che noi chiamiamo margherite sono della famiglia delle Asteraceae, dette anche composite ed è la famiglia delle piante che producono fiori con più specie di famiglie. Si contano circa 20 mila specie della famiglia delle Asteraceae. Appena vediamo un fiore simile a questo, siamo orientati a chiamarle tutte margherite. In realtà c’è una distinzione: quella bianca è l’originale, le altre sono state ibridate per tirar fuori altri tipi di colore. Le Margherite, gli Euryops pectinatus e la Dimorphoteca o anche detta margherita africana, sono differenti per alcune cose, ma le cure sono le stesse per tutte e tre. Ci dobbiamo preoccupare degli stessi parametri di coltivazione. Partendo dalla margherita, se vogliamo ricevere questa copiosa fioritura dalle nostre piante, dobbiamo esporle al sole, hanno bisogno di molto sole per poi sviluppare questa fioritura rigogliosissima. Sono piante che ci impegnano poco nella loro coltivazione, ci dobbiamo solo preoccupare di mettere un terreno ricco di sostanza organica e ben drenato, perciò a un terriccio universale uniamo del concime organico che può essere humus o stallatico con la solita sabbia da fiume, perchè temono i ristagni idrici. Sono tre piante che vanno coltivate nella stessa maniera, ma cambiano i loro volumi, per esempio la nostra margherita non arriverà a più di 80 cm di altezza, in vaso è difficile che raggiunga anche gli 80 cm. L’Euryops pectinatus può arrivare anche ad un metro e mezzo da terra; sono piante lente, ci arrivano con il tempo. La Dimorphoteca, la margherita africana, ha un portamento leggermente diverso: tende più ad allargarsi, non si alza più di 30-40 cm. Prima di acquistare una pianta, chiediamo sempre le dimensioni della pianta. Sia in vaso che in terra, la distanza d’impianto, di messa a dimora di queste piante devono rispettare almeno i 30 cm l’uno dall’altra. Perchè poi le piante vanno in conflitto sia sottoterra con le radici, sia nella parte aerea. Sono piante che necessitano di potature ordinarie ogni anno: tenderanno a nidificare sotto, hanno un portamento, una struttura erbacea però nel tempo lignificano soprattutto alla base e se noi ogni anno non andiamo a levare una porzione di questi cespugli finita la fioritura, la pianta tenderà a scoprire la base e farà i getti erbacei solo alle punte. Se noi vogliamo una pianta così compatta, con questa forma globosa, dobbiamo sapere dove applicare delle potature ogni anno a fine fioritura. Nelle famiglie delle Asteraceae questi bellissimi capolini sono fratelli dei girasoli, questa fioritura dobbiamo andare a pulirla quasi quotidianamente. La fioritura va piano piano a scemare per produrre nuovi fiori, e per aiutare e favorire la nuova fioritura dobbiamo asportare il fiore appassito. L’Euryops è una pianta gentile, nel senso che il suo fiore ce lo offre, esce fuori dalla chioma, ha un lungo stelo. Noi scorriamo su tutto lo stelo del picciolo e tagliamo, favorendo l’emissione di nuovi boccioli, perchè la pianta non riesce ad andare in seme. L’Euryops pectinatus se viene posizionato al sole, troverete una margherita gialla tutto l’anno, anche nei mesi più infelici come gennaio e febbraio. Mentre la classica margherita inizia una fioritura rigogliosa per tre quattro mesi, da primavera ad autunno. Se queste piante non fanno fiore, stiamo sbagliando qualcosa, probabilmente l’esposizione troppo ombreggiata che favorisce il verde a discapito della fioritura, oppure mancano quegli elementi di un terreno ricco di humus, perciò le nostre margherite in vaso possiamo rinvasarle ogni anno, ricambiamo la nostra terra, possiamo aggiungere anche un po’ di torba che alleggerisce il terreno. Se abbiamo la nostra margherita in vaso e siamo in prossimità delle gelate, ricoveriamo la nostra pianta in un punto può riparato dal vento e il gelo invernale. La margherita non ha problemi, la Dimorphoteca e l’Euryops con temperature prolungate al di sotto dello zero temono le gelate, perciò se sono in piena terra, ci preoccuperemo alle porte dell’inverno di potarla drasticamente, lasciamo un 10 cm e il pane radicale sottoterra lo andiamo a coprire con una pacciamatura: foglie secche, paglia, corteccia. Sopra la radice questa copertina difenderà le radici dal gelo, appena si rialzano le temperature, il nostro Euryops inizierà a germogliare e non avrò i fiori tutto l’anno perchè l’ho potata però in primavera estate ci farà questa bellissima fioritura. Le margherite sono state ibridate nel tempo e ci sono dei colori pazzeschi: sono dei fiori con una gamma di colori più vasta di tutti. Questo fiore a capolino, e con capolino si intende questo bottone centrale giallo, va a contrasto con la nostra Dimorphoteca che ha il petalo bianco e il capolino viola e sono delle preziosità cromatiche. Sono piante amatissime dagli insetti, perciò troveremo sempre nei pressi di una margherita una farfalla che si nutrirà del polline di questi fiori. Se le trattiamo bene sono piante abbastanza resistenti, dobbiamo fare attenzione all’umidità, potrebbero essere attaccate da muffe sulle foglie. Di norma sono piante che aggiustano anche l’umore di chi non ha il pollice verde, perchè danno enormi soddisfazioni e hanno bisogno di poche cure. Se sono all’esterno non preoccupiamoci di annaffiarle durante l’inverno se è piovoso, se no ogni 10/15 giorni andiamo a dare un po’ d’acqua. Dobbiamo essere più frequenti nelle irrigazioni nel momento prima dell’estate dove c’è questa fioritura rigogliosa e quindi è necessario un terreno sempre umido. Se c’è il sole che picchia e la pianta è in vaso, il terreno si asciuga subito, subisce la traspirazione del materiale, quindi teniamola sempre d’occhio sotto il punto di vista dell’annaffiatura.
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